Le imprese venete portano l’Europa nel cuore di Padova
Sono state le imprese venete – con le loro associazioni di rappresentanza, la loro capacità organizzativa e la forza delle idee – a portare l’Europa a Padova. Non un viaggio simbolico, ma un’occasione concreta di dialogo e confronto: il convegno “Programmazione 2021–2027 a supporto del sistema produttivo italiano”, promosso da Confimi Industria Veneto e Fondazione Fenice, ha trasformato per un giorno il capoluogo veneto in un crocevia strategico tra Bruxelles e il cuore produttivo del Nordest.
Numerosi i relatori intervenuti all’incontro, tra cui anche l’On. Elena Donazzan, vicepresidente della Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo, che ha scelto di partecipare per ascoltare direttamente le istanze del mondo produttivo. Un segnale importante in una fase storica in cui le imprese chiedono con forza strumenti concreti, visione strategica e un supporto efficace per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale.
Tra le voci più autorevoli emerse durante l’incontro, quella di Maria Carlesi, presidente di Confimi Industria Veneto, che ha richiamato l’attenzione sulla necessità di rafforzare la rappresentanza delle micro, piccole e medie imprese. Un’esigenza concreta per un tessuto produttivo che conta oltre 3.000 realtà aderenti alla rete Confimi e che troppo spesso fatica a far sentire la propria voce nei tavoli istituzionali. Carlesi ha sottolineato come momenti di confronto come quello di Padova rappresentino un’occasione preziosa per creare rete, costruire alleanze e dare peso politico alle istanze delle imprese.
Dispositivi medici: le nuove regole europee mettono in difficoltà le PMI italiane
Il settore dei dispositivi medici mostra chiaramente quanto le norme europee, anche quando pensate per aumentare sicurezza e qualità, possano diventare un ostacolo per le piccole e medie imprese.
Le difficoltà non sono solo burocratiche: in alcuni casi, rischiano di mettere in crisi interi comparti produttivi. Lo ha sottolineato Massimo Pulin, presidente di Confimi Industria Sanità, durante il convegno, facendo riferimento agli effetti del nuovo regolamento europeo sulla certificazione dei dispositivi medici.
Per molte piccole imprese i costi di adeguamento sono troppo elevati. Questo le può tenere fuori da un mercato importante, mettendo a rischio posti di lavoro, competenze tecniche e filiere strategiche. Un danno anche per i consumatori, che rischiano di vedere ridotta l’offerta di prodotti certificati e innovativi.
L’Italia è oggi il terzo produttore europeo e il quinto al mondo di dispositivi medici, con un settore che vale oltre 15 miliardi di euro. Un patrimonio industriale e professionale che andrebbe protetto con maggiore attenzione.
Il messaggio arrivato dal convegno è chiaro: il settore chiede più ascolto e un confronto aperto con le istituzioni europee, per trovare un equilibrio tra rigore normativo, sostenibilità economica e tutela dei consumatori e dei lavoratori.
Formazione: il punto da cui ripartire
Davanti alle sfide poste dalle normative europee e alla complessità dei meccanismi di accesso ai fondi, una domanda emerge con forza: da dove ripartire?
La risposta è chiara: dalla formazione.
Per evitare che la distanza tra regolamenti comunitari e realtà produttiva diventi un abisso, servono competenze capaci di tradurre le regole in progetti concreti. Non basta aprire uno sportello o pubblicare un bando: è necessario creare una nuova cultura della progettazione, fondata sulla capacità di leggere, comprendere e costruire proposte efficaci.
Conoscere il funzionamento dei bandi europei, sapere dove cercarli, come interpretare i requisiti e strutturare una proposta vincente non è più una prerogativa delle grandi aziende. È una competenza fondamentale anche per le PMI, per gli enti locali, per le organizzazioni del terzo settore, per chiunque intenda partecipare attivamente alla trasformazione in corso.
In questo contesto cambia anche il ruolo dell’europrogettista, che oggi deve integrare nuove conoscenze e strumenti digitali, per rispondere alle richieste di un mercato in continua evoluzione. Andrea Grigoletto, Direttore Tecnico di Fondazione Fenice Onlus, lo ha spiegato chiaramente nel corso del convegno, evidenziando l’importanza di saper utilizzare l’intelligenza artificiale per costruire proposte solide e al passo con i tempi.
«Uno dei paradigmi che sta rivoluzionando il mestiere dell’europrogettista – e che rende necessarie competenze specifiche, che in Fondazione Fenice trasmettiamo attraverso un master dedicato – è l’utilizzo di software e applicazioni di intelligenza artificiale. Questi strumenti supportano la scrittura, migliorando i risultati e allineando capacità e competenze ai tempi attuali».
Andrea Grigoletto, Direttore Tecnico Fondazione Fenice
È proprio in questa direzione che si muove Fenice Academy, con il Master Base in Finanziamenti Europei con Progettazione AI Integrata. Un percorso pensato per fornire strumenti operativi concreti nella redazione e gestione dei progetti europei, con un focus specifico sull’uso dell’intelligenza artificiale applicata alla scrittura progettuale e all’analisi dei bandi.
Il master si rivolge a imprese, università, enti di ricerca, amministratori pubblici, operatori del terzo settore, professionisti e neolaureati. L’obiettivo è chiaro: insegnare non solo come scrivere un progetto, ma soprattutto come definire quell’idea innovativa che rappresenta il cuore di ogni proposta vincente. Perché è da lì che inizia tutto.
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Programmazione 2021–2027: un ponte tra Bruxelles e le PMI italiane
Il convegno “Programmazione 2021–2027 a supporto del sistema produttivo italiano” non è stato solo un momento di confronto: ha rappresentato un punto di svolta per riaprire un canale di ascolto tra Bruxelles e le PMI italiane. Ha portato alla luce le difficoltà quotidiane che le imprese incontrano nell’accedere a bandi e fondi europei, ma ha anche indicato una direzione chiara: costruire un ecosistema fatto di ascolto, rappresentanza, formazione e collaborazione concreta.
La sfida, ora, è far sì che questo dialogo non resti un episodio isolato, ma diventi un processo strutturato e continuativo, capace di produrre risultati reali sul territorio.
Il convegno è stato un’occasione strategica per rafforzare le alleanze territoriali e favorire una partecipazione più concreta delle imprese nei processi decisionali europei. Costruire una rete solida, competente e coordinata non è solo auspicabile, ma necessario per cogliere appieno le opportunità offerte dalla programmazione 2021–2027 e trasformarle in sviluppo, innovazione e competitività per tutto il sistema produttivo veneto.
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